CHI SIAMO

We Without Borders è un’organizzazione di volontariato senza fini di lucro.

Crediamo fortemente nelle pari opportunità, nel diritto alla cura e nella collaborazione fruttuosa.
Per questo, in un caldo giorno dell’estate 2025, ci siamo uniti per rendere tangibile il nostro desiderio e dare forma concreta al nostro impegno: portare farmaci e materiale ospedaliero in tutti quei luoghi svantaggiati in cui ce n’è bisogno. In Italia e nel resto del mondo.

Già nel 2024, con il nostro Presidente Francesco Orefice, abbiamo donato a Cuba un carico di 40 kg contenente farmaci, kit per flebo e forniture di primo soccorso portandoli direttamente a un’associazione locale, dopo una raccolta che ha coinvolto, amici, conoscenti e benefattori di svariata provenienza.

I nostri Principi

Diritto alla cura

Responsabilità sociale

Collaborazione partecipata

Il nome We Without Borders suggerisce il nostro approccio profondamente umano, basato sul sostegno di chi vuole trasformare il viaggio in un atto di profonda umanità: il turista solidale.

Consapevoli della responsabilità sociale a cui siamo chiamati e mossi dalla profonda convinzione che ogni essere umano abbia pari diritti alla cura, a prescindere dal luogo di nascita, dal colore della pelle e dall’orientamento politico e sessuale, abbiamo unito alla vocazione umanitaria il privilegio di chi può partire e scoprire il mondo da turista.

Insieme a noi, infatti, ogni giorno centinaia di giovani, adulti o famiglie si impegnano nel nostro obiettivo, mettendo a disposizione volontà, serietà e tenacia, a titolo assolutamente gratuito.

I farmaci che distribuiamo nel mondo, infatti, vengono portati alle associazioni presenti sul territorio, agli enti di beneficenza/volontariato, alle strutture ospedaliere, alle cliniche e ai centri specializzati nella cura del paziente da quanti hanno voglia di mettersi a disposizione. Individuato il Paese di destinazione e compiuta la raccolta farmaci, affidiamo a un viaggiatore solidale il carico: giunto in aeroporto, non dovrà far altro che mettersi in contatto con l’operatore a cui i farmaci donati dovranno essere consegnati e lasciarglieli.

In questo modo, la cura attraversa mari e continenti, prende il volo, si fa tanto leggera da essere trasportata in una valigia e, allo stesso tempo, così impattante da diventare speranza e sollievo dove ce n’è più bisogno.